IL MESTIERE DELLO SCIENZIATO

Chi è oggi lo "scienziato"? In un mondo che cambia velocemente e chiede sempre più spesso  di "essere all'altezza", come si colloca la figura di chi opera tali cambiamenti? Si, perchè è sui banconi dei laboratori, tra mille provette e reattivi che le idee si trasformano in qualcosa di concreto in grado di rivoluzionare il sapere.

Chi di voi, da bambini, non ha mai giocato con la scatola del piccolo chimico? Io ricordo che la prima volta che la vidi, ne rimasi affascinata! Creare qualcosa partendo da elementi semplici: dell'acqua, un po' di zucchero, qualche colorante, è magia!


Ma non solo la chimica, la fisica, la matematica, la geologia, l'astronomia, la biologia: credo che molti scienziati siano diventati tali perchè catturati dalle mille opportunità che lo studio di queste discipline offre.

E' solo attraverso lo studio dei fossili (resti di organismi animali o vegetali vissuti milioni di anni prima dell'uomo) che lo scienziato, ha potuto ricostruire la storia della comparsa della vita sulla terra: dalle forme di vita più semplici a quelle più complesse. 

Osservare l'infinitesimamente piccolo per trovarsi a risolvere i grandi problemi dell'Universo e della vita

Fondamentalmente lo scienziato è un tipo curioso che si pone tante domande.
E per tentare di trovare una risposta ad almeno una di queste domande, trascorre molto del suo tempo, chino sopra la lente del microscopio, oppure con gli occhi rivolti verso il cielo a scrutare le stelle. Prova, riprova, pensa, studia, fa esperimenti, ma soprattutto osserva e trae conclusioni dalle sue osservazioni.

Il metodo sperimentale

E' la base del metodo scientifico: quello di Galileo Galilei, per capirci, che lo elaborò nel lontano 1600. Il punto di partenza è l'osservazione di un fenomeno: la mela che cade, la muffa che si forma sui cibi, la comparsa di un fulmine nel cielo, e così via. Segue la domanda del "perchè" e, se possibile, anche del "come" accade. Lo scienziato formula una o più ipotesi e compie i suoi studi. Se le ipotesi iniziali sono verificate dalla sperimentazione diretta allora diventano leggi, teoremi. Ma non prima di averne verificato più volte la riproducibilità e su sistemi diversi e via via più complessi, come vuole la scienza moderna.

Oggi è tutto molto più facile, rispetto al passato, perchè le tecnologie consentono un'osservazione più nel dettaglio di un fenomeno. Basti pensare al microscopio che permette di osservare le singole cellule in un piccolo frammento di tessuto, e di identificare quelle che sfuggono alla normalità; oppure al telescopio o ai satelliti che permettono di osservare il cielo, studiare le stelle e ottenere informazioni su pianeti e asteroidi.

Oggi, per esempio, per misurare la distanza tra il nostro pianeta e la sua stella, gli scienziati utilizzano i segnali radar inviati dai radiotelescopi. In passato era necessario compiere lunghi viaggi per mare, pieni di imprevisti e difficoltà per raggiungere le zone geografiche adatte, in quel determinato periodo, per la misurazione. Non sempre le spedizioni si concludevano con successo, il più delle volte le imbarcazioni subivano incidenti con la perdita di tutta la strumentazione. Le difficoltà del viaggio assieme alle limitazioni delle tecnologie dell'epoca hanno fatto sì che, per stabilire con certezza l'esatta distanza Terra-Sole (149.600.000 km) ci siano voluti più di duemila anni. La prima misurazione reale e non ipotizzata è stata attribuita a Giovanni Domenico Cassini. Responsabile dell'Osservatorio astronomico di Parigi nel 1671, inviò un suo assistente nella Guiana francese. Pensò di sfruttare l'opposizione di Marte che si sarebbe trovato tra il Settembre e l'Ottobre del 1672 proprio tra la Terra e il Sole. Una volta determinata la distanza tra Marte e le stelle più vicine alla Terra e conoscendo le altre informazioni necessarie avrebbe potuto dedurre le distanze Marte-Sole e finalmente Terra-Sole. Si avvicinò molto al valore reale. 

Trovare il giusto equilibrio è come fare un puzzle

Non possiamo comprendere come funziona il corpo umano se non conosciamo il modo in cui lavorano le sue cellule.  Le cellule sono i mattoni su cui poggia l'intera impalcatura. Le malattie sono la conseguenza di danni alle cellule del nostro corpo. 

Lo scienziato  ha il compito di trovare i malfunzionamenti, di capire quali sono i  meccanismi molecolari inceppati e a che livello.  
Una volta chiariti questi aspetti, il passo successivo è suggerire una soluzione per ripristinare le funzioni "normali" e che possa riportare l'equilibrio.

E' come risolvere un puzzle, bisogna individuare tutti i pezzi e incastrarli al posto giusto per ricreare l'originale!

Il limite della ricerca

Fin qui tutto perfetto! Ma come in tutte le favole anche qui c'è l'ospite indesiderato, il rivale che ostacola la conoscenza. Qual'è vi starete chiedendo? Il più conosciuto e temuto: il denaro. Per i ricercatori di tutto il mondo e di tutti i campi del sapere, la mancanza di fondi è la causa dell'insuccesso delle proprie ricerche. Si perchè fare ricerca richiede molti soldi: per comprare i reagenti e i consumabili (guanti, provette monouso etc...) da usare negli esperimenti, per mantenere le apparecchiature efficienti e garantire standard di qualità adeguati. Lo scienziato dei giorni nostri passa molto del suo tempo a scrivere progetti e a sperare che, una volta presentati, vengano finanziati. E se il programma è meritevole di vittoria, il finanziamento permetterà di proseguire gli studi una volta sottratti i soldi per le bollette e l'affitto della sede di lavoro oltre ad eventuali borse di studio per studenti in formazione? 
Fate i vostri calcoli e tirate le somme! 





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