ALLERGIA AI FARMACI: COME DIFENDERCI?


Di quanti farmaci facciamo uso? Uno per ogni disturbo! Ora proviamo a immaginare cosa succederebbe alle nostre vite se non potessimo più prendere il farmaco per il mal di testa o il mal di denti. Sembra banale, eppure chi soffre di allergia a uno o più farmaci deve affrontare questo problema, più o meno tutti i giorni. L’allergia ai farmaci è una delle più subdole e più difficile da diagnosticare tra le allergie conosciute e riduce notevolmente la qualità di vita di chi ne è affetto. 


Proviamo a chiarirci un po' di dubbi rispondendo alle domande seguenti:

Cos’è l’allergia?

Con il termine “allergia” viene indicata una reazione anomala dell’organismo verso un agente sconosciuto. La capacità di discernere tra noto e ignoto è affidata al sistema immunitario, una fitta rete di cellule e molecole sparse per tutto il corpo, che hanno una funzione di difesa dalle aggressioni esterne. In alcuni soggetti geneticamente predisposti, il sistema immunitario può reagire in modo alterato, quando viene a contatto con diverse sostanze (allergeni) innocue per la maggior parte delle persone. La conseguenza è una reazione allergica con produzione di anticorpi (IgE) e molecole che favoriscono l’infiammazione (istamina). Alcune persone possono presentare più di un’allergia. 

Anche i farmaci sono responsabili di fenomeni allergici?

Quasi tutti i farmaci non provocano solo effetti favorevoli ma anche effetti indesiderati, a volte gravi. 

Sono i cosiddetti “effetti collaterali” (la diarrea durante il trattamento con antibiotici), disturbi così frequenti da interessare una considerevole percentuale di pazienti (più dell’80%) che vengono ricoverati negli ospedali o, che si rivolgono agli ambulatori medici. Dipendono molto spesso dalla dose o dal meccanismo d’azione del farmaco, come nel caso del mal di stomaco causato dall’assunzione di aspirina, e riconoscono una causa nella scarsa tollerabilità di quel determinato farmaco da parte del paziente. 

Un caso particolare di reazione ai farmaci, da non confondere con l’effetto collaterale, è la reazione allergica o di “ipersensibilità”.

E’ un fenomeno piuttosto raro che interessa una piccola percentuale della popolazione (5-10% circa) e che riconosce una causa genetica. La reazione allergica può essere scatenata dal farmaco in toto, dal suo principio attivo (la parte della molecola che agisce), da un suo metabolita (un prodotto derivante dalla demolizione del farmaco da parte dell’organismo) e in alcuni casi anche dagli eccipienti quali solventi, stabilizzanti, conservanti. In alcuni casi, anche le impurità, residui non completamente eliminati durante le fasi di produzione del farmaco, possono essere responsabili di fenomeni allergici. Come avviene nel caso dell’allergia alla penicillina, uno degli antibiotici più comuni. E’ indipendente dalla dose. La reazione allergica può essere scatenata anche dall’assunzione di una dose minima del farmaco, ed è tanto più grave se la via di somministrazione scelta è quella parenterale (per iniezione intramuscolare o endovena). 

Per fortuna, sono relativamente poche le sostanze in grado di provocare reazioni gravi, e in rari casi mortali. Molto dipende anche dalla struttura chimica del farmaco stesso, alcuni farmaci (penicilline, cefalosporine, alcuni antitumorali e antiepilettici) sono più allergizzanti di altri. 

Le reazioni di ipersensibilità: in che modo si manifestano e a distanza di quanto tempo dall’assunzione del farmaco? 

Si verificano quando l’organismo, già precedentemente sensibilizzato, viene in contatto nuovamente con il farmaco. Non alla prima somministrazione, quindi, ma dopo somministrazioni successive o a distanza di anni da una precedente somministrazione, ben tollerata e priva di effetti. 

Possono essere

- immediate: si manifestano a meno di 1 h di distanza dalla somministrazione e provocano orticaria (pomfi), asma bronchiale, rigonfiamento delle pareti della gola e delle vie aeree con difficoltà respiratorie e nei casi più gravi shock anafilattico. Lo shock anafilattico è una condizione generalizzata in cui la funzionalità di più organi risulta compromessa; 

 - o ritardate: dopo 1 h fino ad alcuni giorni dopo la somministrazione, con sintomi ben più gravi che, comprendono eruzioni cutanee severe, riduzione del numero degli elementi del sangue: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine, dolori ed infiammazione delle articolazioni. 

Come si fa una diagnosi di allergia?

Identificare un’allergia ad un farmaco non è una cosa semplice da fare. I sintomi sono indicativi ma occorre anche una storia clinica dettagliata del paziente che contenga: nome del farmaco, inizio somministrazione, precedente assunzione, tempo trascorso dall’ultima dose, comparsa dei sintomi etc I test cutanei possono aiutare ad identificare l’allergene responsabile. I più usati sono il prick test, il test intradermico e il patch test. 

Test cutanei: come vengono eseguiti?

Prick test:

Consiste nell’applicare sull’avambraccio del paziente una goccia del farmaco diluito e nel praticare una puntura con una lancetta attraverso la goccia. La comparsa di un’eruzione cutanea 15-30 min dopo, conferma la positività al test. 

Test intradermico:

Il farmaco diluito viene iniettato al paziente direttamente sotto la pelle. La reazione avversa comparirà a distanza di 30 min dalla puntura.

Patch test:

Prevede l’applicazione di un cerotto, contenente il farmaco, sulla schiena del paziente. La lettura del risultato sarà possibile trascorse 24-48 h. 

I farmaci per i quali sono più comunemente eseguiti i test cutanei sono gli antibiotici, gli anestetici locali e generali, i mezzi di contrasto radiologici e i chemioterapici (anti tumorali). Ai test cutanei possono venire associati gli esami di laboratorio per la ricerca e il dosaggio degli anticorpi specifici (Ig E). 

Come viene trattata un allergia?

Per trattare le eruzioni cutanee tipo orticaria si ricorre alla somministrazione di cortisonici che riducono l’infiammazione e antistaminici che bloccano l’azione dell’istamina, mentre in caso di shock anafilattico viene associata l’iniezione intramuscolare di adrenalina che ristabilisce valori normali di pressione arteriosa. 

Cosa consigliare a chi soffre di allergia ai farmaci?

Sicuramente, il consiglio migliore è quello di evitare il “fai da te”, consultare sempre il medico di base prima di assumere un farmaco, soprattutto se si tratta di un farmaco che potrebbe per le sue caratteristiche provocare allergie, mettere al corrente i sanitari della condizione allergica in caso di esami strumentali che richiedano la somministrazione di mezzi di contrasto o di anestetici. Sarebbe bene indossare un braccialetto o una medaglietta riconoscibili che riportino il nome del farmaco o dei farmaci a cui siamo allergici, in modo da comunicarlo a chi di dovere in caso non fossimo in grado di farlo direttamente. Infine portare sempre con se una fiala di adrenalina in modo da intervenire tempestivamente in situazioni di gravità.



Fonti:

  • Heinz Lullmann, Klaus Mohr. Farmacologia e Tossicologia, 5° edizione italiana, Piccin, 2001.

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