Se è vero che i cerchi nel grano (crop circles), le piramidi e ogni altra opera architettonica del passato siano state costruite con tecnologie aliene allora viene da chiedersi se “gli alieni conoscessero la geometria”!
A
questa domanda non c’è (almeno finora!!!) risposta.
Quel
che è certo è che gli architetti egiziani sapevano calcolare l’area e il volume
del cerchio, anticipando in questo i greci di ben 2000 anni!
Non
sembra possibile vero?
Facciamo
un salto indietro nel tempo
Nel
2000 circa a.C., il cubito reale era
l’unità di misura (52,36 cm) che gli egizi utilizzavano nella costruzione delle
statue e dei templi e che, corrispondeva con una buona approssimazione, alla
lunghezza dell’avambraccio del faraone calcolata dal gomito fino alla punta del
dito medio. Ovviamente la misura non era assoluta e subiva qualche oscillazione
ogni volta che un nuovo faraone saliva al trono.
Un po’ di geometria ?
Ecco come si
ricava il cubito reale con le opportune conoscenze di geometria:
Prendiamo un cerchio di
diametro unitario e inscriviamo al suo interno un esagono regolare. Ogni lato
dell’esagono è una corda, e l’esagono divide la circonferenza in 6 archi uguali
che sottendono un angolo di 60°. La lunghezza di ciascun arco è = 60° .2 . π . r/360° pari a: π/6= 3,14/6= 0,5236 m
circa, che corrisponde al cubito reale.
Quindi la più antica unità di misura della
storia è la frazione di un’altrettanto famosa costante matematica: il Pi Greco π (3,14), nota come costante
di Archimede, dal nome del famoso matematico siracusano che, per primo nel III
secolo A.C., riuscì ad approssimarne il valore a 3,14.
Sembra che i calcoli matematici, soprattutto
sotto forma di frazioni, abbiano fatto la loro comparsa in Egitto, durante il Medio Regno (dal 2055 a.C al 1790 a.C).
Nel Papiro di Rhind (1650 a.C.)
uno dei papiri matematici giunti fino a noi è svelato il metodo usato dagli
egizi per calcolare l’area del cerchio, con una certa approssimazione del
valore di π.
Gli egizi per calcolare l’area del cerchio facevano riferimento all’area del quadrato
circoscritto (che sapevano calcolare). Nel video che segue viene descritto il
metodo: Come gli egiziani calcolavano l'area del cerchio.
All’epoca
in cui furono costruite le maestose e imponenti costruzioni della civiltà
egizia: le piramidi (Antico Regno:
dal 2700 a.C. al 2192 a.C), la geometria e la matematica non erano ancora note.
Almeno non ci sono papiri di quell’epoca che ne riportino testimonianze.
Eppure,
alcuni studiosi dell’antico Egitto giurerebbero che non sia così!
L’egittologo
John Edgar durante le misurazioni di tre piramidi della necropoli di Giza: la
Grande Piramide (Cheope), Chèfren e Micerino, riuscì a dimostrare la presenza
di corrispondenze tra i valori di diverse
grandezze considerate (Il
calcolo della sfera e le piramidi di Giza).
E’
come se gli architetti dei faraoni avessero volontariamente nascosto sotto lo
strato esterno di bellezza e perfezione il loro sapere!
Le
piramidi continuano a stupire e un alone di mistero ruota attorno alla loro
costruzione.
Il
rapporto tra la lunghezza del semilato della base della piramide di Cheope e l’altezza
di ciascuna delle sue facce triangolari si avvicina ad un numero irrazionale
molto importante perché ritenuto l’emblema della perfezione: Phi φ, il numero divino (1,618), anche noto come sezione aurea.
La
sezione aurea è presente in natura in innumerevoli forme di vita animale: la spirale
della chiocciola, la ragnatela, le ali delle farfalle, e vegetale: la
disposizione dei petali sui fiori, la distribuzione delle foglie sugli alberi,
la struttura della pigna. Anche in architettura, in disegno e nella fotografia
vengono rispettate le proporzioni auree. Il segreto della bellezza, dell’armonia
e della perfezione delle forme è contenuto nel numero φ.
Snirivasa Ramanujan, di origini indiane, morto precocemente all’età di 33 anni, fu un genio visionario della matematica. La sua storia è stata raccontata anche in un film: “L’uomo che vide l’infinito”. Completamente autodidatta elaborò teoremi e formule matematiche rivelatesi, ad un attento esame, corrette.
A lui si deve la scoperta della relazione che lega, attraverso una
frazione continua (infinita), due numeri fondamentali: il π e il φ.
Due
numeri magici, il π e il φ. Il primo è il più importante della matematica, la
scienza esatta, mentre il secondo è il simbolo dell’arte, la perfezione.
Insieme concorrono alla scoperta dell’ordine che governa l’universo.
Per saperne di
più in modo divertente godiamoci il video.
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